INTERVISTA ALL’AUTRICE SARA VILLA [seconda parte]

Sei solita condividere con amici e/o parenti i tuoi nuovi progetti?
Assolutamente no…(ride). Preferisco tenerli gelosamente nascosti fino alla fine della stesura: temo che eventuali consigli o giudizi – spesso non richiesti – possano influenzarmi e farmi venire nuovi ed inutili dubbi. Mi piace lavorare in tutta tranquillità, devo ammetterlo, e non sopporto che mi venga chiesto continuamente a che punto sono, quando finirò, ecc.

Ti affidi a qualcuno per una prima lettura e valutazione dello scritto una volta concluso? Magari ad una persona di tua assoluta fiducia…
Sì, ho una persona di fiducia: mio marito. Di lui mi fido ciecamente e se qualcosa proprio non lo convince, non si fa scrupoli a dirmelo. Ho sempre evitato di affidare la prima lettura ad altri che non fossero lui: ritengo che il giudizio di chi ci sta più vicino sia poco obiettivo e, in una parola, inaffidabile; i sentimenti non possono essere imparziali. Come può un amico o un parente dirti che il tuo libro non è poi così speciale? Che andrebbe rivisto da capo a piedi e che non ha alcun valore letterario, o di intrattenimento o che so io? E poi, a dirla tutta, penso che le critiche debbano essere costruttive, non basate solo sul semplice gusto personale… Diciamo che, subito dopo averlo fatto leggere a mio marito, affido il testo direttamente al mio editor di fiducia!

Ti è capitato di arrivare alla fine della stesura e di non sentirti più così soddisfatta di ciò che hai prodotto?
Sempre! Ma non riguardo allo scritto nel suo complesso, per fortuna. Di solito rivaluto soltanto alcune parti, le riscrivo, le rileggo e poi, magari, mi pento anche di averlo fatto (ride)!

E come reagisci a questa insoddisfazione? O confusione se preferisci…
Di solito chiedo aiuto al mio editor che mi fornisce un riscontro professionale ed immediato. Penso che rivolgersi ai professionisti sia la cosa migliore da fare in questi casi: un occhio esterno e di esperienza, emotivamente distaccato, valuta le opere per ciò che realmente sono, forte della sua professionalità e senza alcun timore di ferire chi gli sta di fronte.

Per concludere, cosa vuoi dire a chi si cimenta per la prima volta nella scrittura?
Leggete, leggete tanto, non smettete mai! E quando vi sentirete pronti, iniziate a scrivere senza pretendere troppo da voi stessi. Provate e riprovate, sperimentate, gettate via tutto e ricominciate da capo finché non sarete davvero padroni delle parole e delle storie che intendete scrivere. Non demoralizzatevi, non demordete, non smettete mai di studiare e di imparare… E soprattutto, non sentitevi mai arrivati! La perfezione non esiste, si può sempre fare di meglio!

In bocca al lupo a tutti!